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Cos’è la Transizione 5.0 e a cosa serve

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In questo periodo si sta parlando moltissimo di Transizione 5.0, e le notizie riguardanti questo tema sono tante: ma di cosa si tratta esattamente? Quali sono i vantaggi che comporta questa legge-decreto? In questo articolo, verranno illustrati tutti i punti fondamentali e le novità su questo tema caldissimo.

Transizione 5.0: una breve descrizione

La Transizione 5.0 è una misura introdotta dall’articolo 38 del Decreto-Legge 39 del 2 marzo 2024, e mira al supporto del passaggio da processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su energie rinnovabili, che si pone l’obiettivo di ottenere un risparmio energetico di 0,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio nel periodo dal 2024 al 2026. In parole povere, questo piano mira a sostenere le imprese italiane che nel 2024 e nel 2025 decideranno di investire i loro soldi in strutture produttive che hanno lo scopo di ridurre i consumi energetici: per incentivare questa scelta, le imprese riceveranno un credito d’imposta proporzionale alla spesa effettuata per questi investimenti. In totale, il costo dell’investimento è superiore ai 6 miliardi di euro: questa scelta mira alla transizione green delle imprese italiane, per diffondere un modello di economia circolare basato sullo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili come quella solare, riducendo sostanzialmente le emissioni di gas inquinanti prodotti dai combustibili fossili.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha completato il lavoro per quanto riguarda il decreto attuativo del Piano Transizione 5.0, che ora passa al vaglio del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), per poi essere sottoposto anche alla Commissione UE. Sia il decreto che la circolare ministeriale arriveranno a giugno 2024, e c’è lo sforzo di dare la possibilità di accedere agli incentivi anche alle imprese energivore. La circolare operativa in arrivo fornirà le linee guida sia per le imprese che per i certificatori. Questo documento fornirà esempi concreti di applicazione degli incentivi e dei cosiddetti scenari controfattuali, che sono necessari per le imprese di nuova costituzione, ma anche per le aziende che realizzano un investimento in linee e impianti che non hanno un valido riferimento interno.

Il credito d’imposta per gli investimenti

Nel concreto, questa misura riguarda le imprese che nel periodo di tempo compreso tra il 2024 e 2025 hanno sostenuto oppure sosterranno in questa finestra temporale dei costi in beni strumentali materiali e immateriali, interconnessi al sistema aziendale e che apportano una riduzione dei consumi energetici, che potranno godere del diritto a un credito d’imposta fino al 45%.

Tuttavia, il risparmio energetico previsto dovrà essere di almeno il 3% dei consumi energetici della struttura produttiva, oppure del 5% rispetto ai consumi energetici riferiti al processo produttivo interessato dall’investimento.

Le novità legate agli investimenti

Tra le novità introdotte da questo decreto-legge, quelle principali riguardano la procedura di fruizione del beneficio e il ruolo del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Infatti, per poter usufruire dell’incentivo diventa indispensabile rispettare un particolare iter di comunicazioni e certificazioni, costituito da diversi passaggi specifici. Nel dettaglio, parliamo di:

Prima dell’investimento (ex-ante)

Le imprese dovranno presentare al GSE un’apposita domanda di prenotazione delle risorse disponibili. Sarà necessario, inoltre, compilare la certificazione ex-ante che attesti la riduzione dei consumi energetici che possono essere raggiunti tramite i soli beni strumentali 4.0 e che descriva – presentando anche il costo – il progetto di investimento. Successivamente, il GSE verificherà la completezza della documentazione, che verrà trasmessa al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per far sì che l’impresa possa godere del credito previsto.

Sarà anche obbligatorio da parte dell’attività fornire apposite comunicazioni periodiche relative all’avanzamento dell’investimento: proprio in base a queste comunicazioni, verrà determinato l’importo del beneficio spettante, nel limite dell’ammontare del beneficio “prenotato”.

Dopo l’investimento (ex-post)

Dopo aver completato l’investimento, l’impresa dovrà inviare una comunicazione al GSE, corredata da un’ulteriore certificazione ex-post che attesti l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente a quanto previsto dalla precedente certificazione ex ante.

Per ciò che riguarda le piccole e medie imprese, solamente per loro le spese sostenute per le certificazioni risultano recuperabili attraverso un credito d’imposta che arriva fino a 10.000 euro. Il GSE dovrà, inoltre, effettuare, entro i termini concordati con l’Agenzia delle Entrate, i controlli finalizzati alla verifica dei requisiti tecnici e dei presupposti per godere del beneficio, e creare l’elenco delle imprese beneficiarie e l’ammontare definitivo del credito d’imposta di cui si potrà usufruire.

Credito d’imposta per investimenti in fonti rinnovabili

Inoltre, il Piano Transizione 5.0 prevede un’agevolazione fiscale totalmentededicata agli investimenti in fonti di energia rinnovabili, come ad esempio gli impianti fotovoltaici (che sfruttano l’energia green proveniente dai raggi solari), che potranno subire un’agevolazione con un credito d’imposta fino al 63% a condizione che:

  • L’investimento riguardi beni 4.0 che portino un risparmio energetico minimo come riportato in precedenza;
  • Gli investimenti vengano effettuati tra il 2024 e 2025;
  • L’impianto fotovoltaico installato sia stato prodotto nell’Unione Europea e possa fornire un’efficienza energetica di almeno il 21,5%.

Credito d’imposta per investimenti in Formazione

Non solo gli interventi, ma anche la formazione dei tecnici esperti. Infatti, questo aspetto professionale verrà agevolato con un credito d’imposta dedicato totalmente alla formazione del personale, che avrà l’occasione di acquisire competenze digitali e green durante il 2024 ed il 2025.

Per quanto riguarda il costo agevolabile, questo potrà essere al massimo il 10% dell’investimento 5.0 complessivo (in cui sono compresi anche eventuali impianti che sfruttano fonti di energia rinnovabile) fino ad un massimo di 300.000 euro, a condizione che vengano acquisiti beni 4.0 che permettano di raggiungere il risparmio energetico fissato.

Le caratteristiche degli investimenti

Per poter essere effettuati, gli investimenti devono avere queste caratteristiche:

  • Devono essere effettuati in un periodo di tempo compreso tra il 1° gennaio 2024 ed il 31 dicembre 2025;
  • Deve essere mantenuto fino al 31 dicembre del 5° anno successivo a quello di completamento dell’investimento: qualora non venisse rispettata questa condizione, sarà obbligatorio restituire le quote di beneficio già sfruttate, senza applicazione di sanzioni e interessi.

Cosa accadrà ora?

Dopo la pubblicazione del decreto-legge, adesso è necessario comprendere appieno quali sono i primi passi da compiere per assicurarsi il credito d’imposta 5.0. In primo luogo, è necessario programmare in modo tempestivo gli investimenti da effettuare, orientandosi in un iter burocratico fatto di tempi stretti e adempimenti da rispettare.

Questa è una normativa molto complessa, che prevede l’intervento di varie professionalità e competenze per cui è necessario ricorrere a vari specialisti. Se sei interessato e desideri avere ulteriori informazioni circa gli interventi che noi di Elementi Green proponiamo a sostegno di uno stile di vita sostenibile, non esitare a contattarci: i nostri professionisti saranno felici di autarti!